Nell'Agro Romano a nord della Capitale si trova quella che viene definita una "città fantasma", ovvero un'antica città etrusca chiamata Galeria Antica.
Le sue rovine sono arroccate su uno sperone tufaceo, di forma quadrangolare, a ovest del Fiume Arrone; in antichità, lo sperone era un'ottima difesa naturale
Qui oggi, abbandonata ormai da più di due secoli, la vegetazione ha preso il sopravvento creando un ecosistema unico nel suo genere con la presenza di lecci, aceri, cerri, olmi e ontani. Anche per questo motivo le rovine sono state dichiarate monumento naturale.
Secondo alcuni ritrovamenti si è ipotizzato che la città sia stata fondata in epoca etrusca con il nome di Careia; poi colonizzata dai Romani e successivamente distrutta dai Saraceni, la città venne ricostruita dai Conti di Galeria per poi passare alla famiglia Orsini.
Dopo essere passata a molte famiglie importanti, dal 1700 iniziò il suo declino, spopolandosi sempre di più, forse a causa della malaria.
Gli abitanti rimasti si spostarono quindi a poca distanza, fondando una nuova città, Santa Maria di Galeria Nuova.
Ciò che rimane oggi di Galeria Antica sono i resti della cittadina medievale, case e il campanile della Chiesa di San Nicola, le macerie del castello e il ponte sul fiume Arrone; inoltre addentrandosi nel bosco vicino, si può ammirare una cascata nascosta.
Inoltre, una leggenda ruota attorno a questo borgo fantasma, definito così proprio perché si narra che ogni anno un menestrello morto 300 anni fa torni in città cantando disperato per la sua amata; si racconta che questo fantasma torni generalmente in inverno, durante le piene dell'Annone.
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